Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

mercoledì 16 aprile 2014

La festa dei limoni


Si tiene ogni anno a Mentone, tra febbraio e marzo, in un tripudio di colori e profumi.
Vi prendeva parte, con la sua famiglia, anche Longo, il protagonista del romanzo di Marco Braico, prima che la leucemia glielo impedisse e, durante il calvario della  cura, diventa un importante obiettivo da raggiungere, quasi il simbolo della vita riconquistata nella pienezza delle sue emozioni.
Chi ha percorso o disceso la scala di questa malattia, come di altre, conosce la sensazione di smarrimento che accompagna gli stadi dell'illusione e della disillusione, ma anche della speranza. Perché sempre, vitale, affiora il sospetto che non possa capitare proprio a noi e si troverà infine un modo per guarire.
Il racconto di Braico è un inno alla vita e alle persone che vi si dedicano combattendo la malasorte e la mancanza di risorse economiche per la ricerca, studiando e sperimentando nuove terapie, senza smarrire la forza di una battuta per ridimensionare la tristezza.
L'autore ha vissuto in prima persona l'esperienza della leucemia e, come il protagonista, è professore di matematica e fisica in un liceo. Molte sono le digressioni e i salti temporali nel suo racconto: le aule scolastiche, microcosmo di relazioni; le leggi matematiche, affascinanti e utili anche per decodificare i diagrammi di efficacia delle cure; il terreno della tifoseria sportiva e i candidi letti ospedalieri, dove la vita continua per alcuni, tra tentativi terapeutici e trapianti di midollo osseo, e si arresta per altri. 
Pagine che sempre si nutrono di compassione e forza insieme e sembrano dedicate sia a chi non ha avuto la possibilità di superare la leucemia, come ai fortunati del tutto estranei al problema e a quanti ne sono usciti vincitori.
Perché "noi siamo come il cielo. Ci consoliamo con rabbia e lacrime quando l'elettricità dentro di noi diventa troppa".


La festa dei limoni. Il profumo della gioia di vivere, Marco Braico, Effatà Editrice, 2011.
Il ricavato della vendita del libro sarà interamente devoluto al Reparto di Ematologia 2 dell'Ospedale Le Molinette di Torino, per "affrontare in modo più leggero la malattia". 
L'autore assicura che a lui resteranno solo "vanità e gioia".







lunedì 7 aprile 2014

Lessico familiare





Mémoir strettamente intrecciato con la cronaca di Laura Walter. Un anno raccontato nel susseguirsi dei mesi e attraverso i decenni indimenticabili della crescita, a partire da un tempo in cui non esisteva internet, fino ai giorni nostri, con la consapevolezza degli adulti pieni di ricordi.
L’autrice ci prende per mano e ci porta in quella zona della vita che sarebbe malinconica se non fosse sorretta da un sano sense of humour. È il dialetto, trascritto senza vezzi filologici, a ristabilire la concretezza delle situazioni e l’atmosfera, per esempio, del Natale «di pancia e poesia», mentre la neve «faliva» e poi «la taca anca per strada».
Non manca nulla nel suo racconto, perché si coglie sia il mondo «grande» che la sorpresa della sua scoperta nell’infanzia.
Troviamo un contesto familiare sereno e ricco di figure parentali narranti ciascuna la sua storia esemplare, almeno agli occhi bambini: i nonni, tutti «onorevoli»; le nonne, tutte «strambe»; lo zio Nino, che ama i «caoboi» e le cugine francesi che portano «una ventata interculturale in quel di via Maganza».
Poi c’è la Televisione, con le sue edizioni straordinarie che gettano lo sgomento in famiglia e dipingono sulle facce bambine un punto di domanda. Soltanto anni dopo si capirà che era la Storia, piena di stragi e contraddizioni.
Tra avventure estive e ritorno in città, scuola, parrocchia e casa dei nonni, passaggi in moto col cugino, che la chiama «PrinciFessa» e scorribande sull’Apecar del lattaio Franco, «tutto sputato Gianni Morandi», gli anni passano, si diventa grandi e capaci di volgersi indietro per porgere un semplice “Ciao, grazie” agli adulti amorevoli che hanno donato l’esempio etico e la memoria affettiva.

Duiulaìc? Tredici mesi di lessico familiare e storia d'Italia, Laura Walter, Cleup, Padova, 2013.