Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

mercoledì 23 gennaio 2013

La questione cibo





Almeno una volta nella vita, arriva per molte persone, se non per tutte, il momento in cui si scopre che il cibo non assolve unicamente il compito di nutrire. E' anche puro piacere, fonte di ricordi, benzina per lo spirito. Senza scomodare Proust e le sue famose madeleine, può essere la torta di mele della nonna o la carne alla brace mangiata al campeggio scout, ma qualcosa scatena un'emozione che viene registrata in qualche area della mente.
Il punto di non ritorno per Anthony Bourdain è stata una zuppa assaporata da ragazzo, durante la traversata dell'Oceano dagli Stati Uniti verso la Francia e il suo libro, Kitchen Confidential, è la storia di una mai esausta fascinazione da cibo.
Niente ricette in questo volume, piuttosto il backstage delle cucine di linea dei grandi ristoranti, con il loro particolare clima ad "alto potenziale di testosterone", condito di oscenità linguistiche e un insopportabile livello di stress.
Racconto di vita senza il tedio della successione cronologica, libro per cuochi e chef e per chi ama la cucina intesa come luogo dove la materia viene trasformata dal talento e il cibo si fa poesia.


 
Invece tante, tante ricette ne Un filo d'olio e Il diavolo e la rossumata, il primo ambientato in Sicilia, il secondo a Milano e dintorni. In entrambi il cibo è memoria dell'infanzia e delle tradizioni familiari, durante la guerra e dopo, in periodi austeri improntati a precetti ferrei quali non-si-spreca-nulla e quel-che-viene-in-tavola-si-mangia. Tra gli aneddoti, le dosi e i profumi, le autrici rivelano molto di sé, senza indugiare nella malinconia, con uno sguardo realistico su un mondo e un tempo che non esistono più.
Risalta la creatività di mamme, nonne, zie e personale di servizio che riuscivano a compiere miracoli con i soliti prodotti del territorio, nel migliore dei casi, o insapori succedanei in caso di razionamento.





Casalinghitudine di Clara Sereni è una perla rara, per la scrittura misurata e il contenuto che esprime. Esce in tempi non sospetti, un 1987 ancora privo di bombardamento televisivo da celebrity ai fornelli e ricettari bestseller. Scritto da un'intellettuale di sinistra che non esita a misurarsi, e soprattutto a raccontarsi, sul tema minimo e così poco politico della casalinghitudine.
Saveria Chemotti ne parla come "il modo di [...] riappropriarsi di sé e della propria storia per mettersi al mondo in quanto donna, dentro un percorso che procede per balzi, fughe in avanti e improvvise retrocessioni" (Madri e figlie nella narrativa italiana contemporanea in Madre De-Genere. La maternità tra scelta, desiderio e destino, Il Poligrafo, 2009, Padova).
Le ricette di Clara sono costellate di riferimenti al vissuto familiare e alla militanza politica. Il vitello tonnato è "un equilibrio aureo, un concerto in cui le note debbono avere ciascuna la propria precisione" e "la polenta consente accostamenti di cucchiai e mondi".
Nelle sue parole il nocciolo della questione cibo:
"Perché non sopporto fettina e insalata [...] perché è impossibile una vita solo funzionale, senza piccoli gesti di agio, senza un odore di cura, senza una qualche ricchezza [...] le ricette solo una base per costruire ogni volta sapori nuovi [...] reinventare unico sconfinamento possibile, reinventare per non mangiarsi il cuore".

Kitchen Confidential. Avventure gastronomiche a New York, Anthony Bourdain (Kitchen confidential, traduz. di Carla Lavelli, Fausto Vitaliano, Cecilia Veronese), Feltrinelli, 2002.
Un filo d'olio, Simonetta Agnello Hornby, Sellerio, 2011.
Il diavolo e la rossumata, Sveva Casati Modignani, Mondadori, 2012.
Casalinghitudine, Clara Sereni, Einaudi, 1987.





Nessun commento:

Posta un commento